Il ruolo di premi e sconti nella stima del valore economico delle partecipazioni: un’analisi empirica sul modus operandi della prassi professionale italiana

Rubino Franco, Ferraro Olga

Il tema della valutazione d’azienda è da sempre caratterizzato da un interesse sia tipo “pro-fessionale”, rivolto ad imprenditori, managers, operatori finanziari e professionisti, sia di tipo “teorico”, riguardante gli studiosi delle discipline aziendalistiche. Quest’ultimi, in particolare, hanno avviato una corposa produzione scientifica inizialmente concentrata su aspetti generali del processo valutativo, come lo sviluppo di metodologie valutative tradizionali (Onida, 1951; Ferrero, 1966; Coda, 1963; Viganò, 1967) ed innovative (Romano and Taliento, 2002), per poi indirizzarsi verso fattispecie particolari, come ad esempio la valutazione delle aziende in crisi (Liberatore et al. 2014), la valutazione di rami d’azienda (Musaio, 2001) o di pacchetti azionari (Oricchio, 1993; Onesti, 2002; Zingales, 1995). Il nostro lavoro si inserisce nell’ambito di questi ultimi, con l’obiettivo di affrontare le di-verse problematiche legate alla stima delle partecipazioni al capitale, espresse da azioni o quote sociali. Quando, infatti, oggetto di stima non è un’intera azienda, ma una partecipazione al capitale si pone il problema in capo al valutatore di decidere se il valore di una singola azione (o quota ideale) sia pari a un valore medio costante (rapporto tra il valore del patrimo-nio netto e il numero totale delle azioni o quote ideali) o se, invece, debba variare in ragione di: (a) premi di maggioranza, quando il valore unitario attribuito alle azioni o quote è maggio-re del valore medio (50%+1); (b) sconti di minoranza, quando il valore unitario attribuito alle azioni o quote è minore del valore medio. Una volta circoscritte le circostanze in cui appare opportuno far uso di premi o sconti, il perito deve procedere alla quantificazione di tali grandezze. […]

Key-Words: Operazioni straordinarie e prassi professionale