Editoriale

Anessi Pessina Eugenio

Il primo numero del 2014 trova il proprio filo conduttore nell’evoluzione dei “paradigmi” o “modelli” di pubblica amministrazione. Negli ultimi decenni, il (presunto) passaggio dal paradigma burocratico di pubblica amministrazione a quello di New Public Management (NPM) e, più recentemente, a quello di Public Governance è stato oggetto di un intenso dibattito non solo tra gli accademici, ma anche tra i policy-maker e tra gli operatori. Il NPM, in particolare, ha generalmente dominato le idee di riforma del settore pubblico a livello internazionale nel corso degli anni Novanta e all’inizio del XXI secolo, pur assumendo sfumature diverse in periodi diversi e in diversi Paesi. Un numero crescente di studiosi ha analizzato il contenuto delle riforme, individuando tendenze comuni o differenze; ha evidenziato i fattori di contesto che possono aver influenzato gli elementi di convergenza e di divergenza delle riforme stesse; ha provato, soprattutto negli ultimi anni, a formulare valutazioni di impatto. L’entusiasmo iniziale, tuttavia, si è progressivamente ridotto nel tempo, senza peraltro che si consolidasse un consenso né sullo stato dell’arte, né sui presumibili sviluppi futuri. Per alcuni, il NPM è “morto”; altri ne riconoscono la portata innovativa senza considerarlo, tuttavia, un vero e proprio paradigma; per altri ancora, invece, il NPM resta, a torto o a ragione, il paradigma dominante. […]